CORRIERE ITALIANO | Fabrizio Intravaia
Dallo scorso mese di agosto l’archivio della comunità italo-canadese del Québec, ospitato nei locali della Casa d’Italia, è aperto al pubblico tutti i giovedì (dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 13:00 alle 16:00) oppure su appuntamento.
«L’archivio – spiega la sua direttrice Nancy Marrelli, archivista di lunga data essendo stata per molti anni direttrice dei servizi archivistici dell’Università Concordia – è nato nel 1999 quando Pietro Gasperini, all’epoca studente, mi chiese di collaborare per porre le basi di un archivio che riguardasse la comunità italiana di Montréal e del Québec, iniziando dai documenti forniti dal Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi (CNIC).
Abbiamo lavorato a diversi progetti poi, grazie ai lavori di ristrutturazione della Casa d’Italia (terminati nel 2011) è stato ricavato, all’interno di questo storico edificio della comunità italiana, uno spazio appositamente concepito per la conservazione ottimale dei documenti.
A questo punto avevamo lo spazio ma non i soldi per poter far funzionare l’archivio e fornire agli utenti un vero servizio di consultazione. Lo scorso anno – prosegue la signora Marrelli – grazie ad un finanziamento privato, siamo finalmente riusciti ad installare gli scaffali ed un minimo di attrezzature per conservare i documenti e per poter fornire un primo servizio. Insieme agli scaffali è arrivata anche una sovvenzione federale “Young Canada Works/Jeunesse Canada au travail”, che ci ha permesso di assumere, sia pure a tempo determinato, Cassandra Marsillo, una giovane storica (“Public historian”) d’origine italiana, che ci aiutasse nella catalogazione dei documenti e nel funzionamento dell’archivio. In tal modo, dall’agosto scorso, abbiamo potuto aprire l’archivio al pubblico ed ora siamo in grado di poter accettare nuovi documenti perché abbiamo gli spazi appositi per accoglierli. Per questo – prosegue la signora Marrelli – facciamo appello a tutti, associazioni, organismi, privati, affinché possano fornirci i loro documenti.
Spesso la gente ha una concezione strana degli archivi. Non vogliamo vecchi giornali o libri di cui la gente vuole disfarsi. Certo – precisa – se sono libri o giornali che riguardano la storia della comunità italiana del Québec o quella di un individuo in rapporto alla nostra comunità allora li accettiamo ma in realtà i documenti d’archivio sono dei documenti originali non pubblicati: sono le lettere tra i membri di una famiglia scritte tra Italia e Canada, cartoline, diari personali, documenti di piccole imprese, foto, video».
Oltre ai documenti del CNIC risalenti agli anni ‘70, di quelli della Casa d’Italia a partire dagli anni ’30, di quelli provenienti da varie asssociazioni e dai privati, l’archivio possiede anche la collezione del Corriere Italiano dal 1960 al 2012, quella relativa ad altri giornali o pubblicazioni periodiche come “La Tribuna” o “Accenti” e vuole acquisirne altre.
«Vogliamo far sapere a tutti, tanto ai privati che agli organismi, soprattutto quelli che hanno cessato le loro attività a causa dell’età avanzata dei propri membri, che se nei sottosuoli delle vostre case, uffici o locali avete documenti come quelli di cui abbiamo parlato finora – aggiunge la Marrelli – prima di gettarli, chiamateci perché potrebbero essere delle testimonianze preziose per raccontare e conservare la storia dell’emigrazione italiana nel Québec».
Come funziona la catalogazione dei documenti?
«Quando riceviamo un documento o dei documenti relativi ad una determinata famiglia, che siano lettere, passaporti, biglietti del viaggio d’emigrazione, fotografie o altro – spiega – facciamo il cosiddetto “trattamento archivistico”, ovvero creiamo un “Fondo” con il nome del donatore e compiliamo una scheda con la descrizione e un indice. Non appena riceveremo la sovvenzione per assumere un archivista, tutto ciò sarà informatizzato e inserito nel grande catalogo generale di “Archives Canada” (www.archivescanada.ca) al quale tutti possono accedere.
Ci stiamo organizzando per poter fare dell’archivio della comunità italo-canadese un vero archivio aperto a tutti, ricco di documenti, facilmente consultabile. Chi vuole può contribuire con un dono a migliorare il servizio affinché la storia della nostra comunità sia conservata e accessibile a tutti in permanenza. Questo è il ruolo di un archivio. Un archivio non è per oggi, per domani o per l’anno prossimo, è per sempre. Sarà il nostro regalo per le generazioni future!»
Origini e passioni
Nancy Marrelli è nata a Montréal così come la madre mentre il padre proviene dalla Calabria (1928) e il nonno (1908) dalle Marche. «Sono stata archivista durante tutta la mia carriera lavorativa. Poi – afferma – sono andata in pensione e sono diventata volontaria qui alla Casa d’Italia. Perché lo faccio? Per passione e per l’importanza di farlo».
Anche Cassandra Marsillo è nata a Montréal così come i suoi genitori mentre i nonni sono originari del Molise (Santa Maria e Cantalupo). Insegna al collegio Dawson e si è specializzata nella storia, in particolare quella orale: «Quello che ci interessa in modo particolare – afferma – è ricostruire la storia delle persone e delle famiglie, perché sono storie che negli archivi non esistono e non esisteranno mai se non le raccogliamo e non le documentiamo».